Guido da Bussana, il cui vero nome é Guido Giordano, é il decano degli artisti bussanesi. Nato a Palermo, a quattordici anni interrompe gli studi (che concluderà in seguito) per lavorare come apprendista in una bottega di restauri artistici, cominciando a dedicarsi alla pittura. Trasferitosi a Roma, diviene per un certo periodo aiuto scenografo al Teatro Brancaccio, entrando in seguito nell’amministrazione dello Stato, dove ricoprirà importanti cariche. Dopo un lungo periodo trascorso nella capitale, Guido decide di abbandonare il suo impiego nell’amministrazione pubblica. Risale a questo periodo (metà-fine anni Sessanta) il suo primo contatto con Bussana, dove tuttora vive e lavora.
Fedele a una concezione lirica dell’arte, Guido da Bussana pratica una pittura rara che, per la scelta dei soggetti e la tecnica adottata, si riallaccia direttamente ai maestri dell’ Ottocento italiano. Le figure presentano una stilizzazione sfumata, un luminismo sensuale che scioglie la materia intorno ai corpi e ai volti e conduce la forma romantica sino quasi ai limiti dell’evanescenza. L’intima coerenza dell’opera di Guido e la perfetta rispondenza fra significante e significato rendono i suoi quadri altrettanti segni di un universo culturale consapevolmente inattuale, che tende a ricondurre l’arte alla funzione di rivelazione e di elevazione dell’individuo che il Romanticismo le aveva assegnato.